26 febbraio 2006

Amici in cucina

Ieri c'è stato il raduno del mio forum di cucina del cuore, c'erano anche altre persone di altri forum, ma la maggior parte erano di "Amici in cucina".
Vi faccio vedere solo alcune meraviglie ,

iniziamo con il babà di Elisabetta:


23 febbraio 2006

La menestra de orz, o orzet

Ieri sera ne avevo voglia e siccome fa ancora freddo ed è una delle poche minestre che si mangiano a casa mia... l'ho fatta.



200 gr orzo mondo
2 carote
1 patata
1 cipolla
1 gambo di sedano
1 pezzetto di carne affumicata
o se non la trovate va bene un pezzo di speck
olio extravergine d'oliva
sale q.b.
Della minestra d'orzo si trovano tracce scritte in testi che risalgono al XV secolo e dunque si tratta di un piatto che vanta una tradizione più che rispettabile.
Si lasci anzitutto in ammollo l'orzo precedentemente lavato.
Rosolare in poco olio la cipolla tagliata a dadini aggiungere quindi le carote e la patata anch'esse tagliate a dadini e il gambo di sedano tagliato a rondelle. Se si usa lo speck al posto della carne affumicata aggiungerlo al  soffritto  tagliato  a cubetti.
Aggiungere poi dell'acqua tiepida e l'orzo. Portare ad ebollizione, ed abbassare poi la fiamma, coprire la pentola e lasciare per una mezz'ora abbondante la cottura a fuoco moderato.
Aggiungete a questo punto la carne affumicata (piedino di porco, osso di prosciutto o pancetta affumicata) e proseguire la cottura fino a che non si otterrà una soffice minestra.
Salare e servire caldissima.
Questa pietanza è spesso accompagnata dalle patate rostide, sono cioè le patate prima lessate in acqua, poi schiacciate e messe ad arrostire al forno in una casseruola.

Questa zuppa è  superlativa  cotta  nel  "lavecc".

22 febbraio 2006

Treccia svizzera dolce

Questa treccia semidolce mi piace molto. Diffusissima nei Grigioni e nella zona di Livigno (in fondo è Svizzera anche quella) dove si compra dai fornai, in pasticceria e anche al supermercato. Buonissima intinta nel latte a colazione.

Dose per una treccia grande (25-30 cm lunghezza) 

Farina 400 g (200g manitoba, 200 g farina 00) 

Lievito 25 g (un panetto) 

1 uovo 

burro 40 g 

zucchero 50/60 g 

uva sultanina 100 g 

sale 2 g 

vaniglia 

scorza grattugiata di limone 

acqua tiepida o latte 150 g 

zucchero in granella 

 sciogliere il lievito nell'acqua tiepida, setacciare la farina su un piano, fare la fontana e mettere al centro tutti gli ingredienti, impastare con energia con l'acqua e il lievito finché la massa non si stacca dalle mani e dal tavolo. Mettere l'impasto a lievitare in un luogo caldo (28°-30°) fino a quando non raddoppia il volume. Dividere la massa in tre parti uguali, allungarle e formare una treccia, farla lievitare di nuovo e spennellarla con uovo e coprire con zucchero in granella. Cuocere in forno a 200°, possibilmente a vapore o con una ciotola d'acqua sul fondo, finché la treccia non diventa dorata; tenerla altri 10 minuti senza vapore e con forno leggermente aperto per asciugarla.

Conservata in una busta di plastica per alimenti rimane morbida per qualche giorno.

19 febbraio 2006

Daruma sushi con il Cavoletto


Ieri sera io e la cavoletta abbiamo visitato il nuovo negozio di Darumasushi in via Flaminia.
Ci piaceva l'idea di andarci a comprare un po' di cose giapponesi.
Dopo molte indecisioni ci siamo portate a casa 3 vassoietti: un roll mix, un nigiri menu e un New York rolls;
un Hot Wasabi Peas e due birre Menabrea (italiane, comprate tornando a casa).
Il pesce ci è sembrato fresco e buono, le dimensioni dei nigiri secondo me erano giuste, nè troppo grandi nè troppo piccole.
Io avevo a casa salsa di soia e wasabi in pasta, anche se nei vassoietti c'è tutto l'occorrente.
Ci siamo fatte una ciotola di riso basmati (chissà se in Giappone lo fanno?) da mangiare insieme e abbiamo concluso la serata con pancarré casalingo, paté de foie gras, Moscato di Cagliari e cioccolatini fatti da me.
Una serata divertente, non c'è che dire.
Grazie al cavoletto di bruxelles per le foto.

Darumasushi, via Flaminia 474 Roma

18 febbraio 2006

Crostata di mele



Ieri mia sorella mi ha chiesto un dolce, le ho fatto una lunga lista e lei ha scelto questo.
Questa è una torta che ho sempre fatto quasi ad occhio per quanto riguarda la farcitura perchè in fondo ognuno può abbondare con le mele o con l'uvetta secondo i gusti.

16 febbraio 2006

Le magnifiche 7

Sono stata invitata da Chiara e da Roberto a dire quali sono le 7 canzoni della mia vita.
Speravo di poterne indicare almeno 14 visto che l'invito era doppio, ma temo che non sia possibile.
La lista sarebbe molto più lunga, la metto in ordine alfabetico per non fare torto a nessuno. Ma avrei voluto aggiungere anche molti altri artisti per me indimenticabili, a volte anche solo per la loro voce.... la lista è lunghissima. E per ognuno di quelli che ho scritto avrei indicato anche molti altri pezzi...
Mi accorgo di non aver messo nessun brano di musica classica, ma nel mio cuore ce ne sarebbero molti, posso scrivere un altro Meme?


Vento nel vento, Lucio Battisti
Yesterday, Beatles
Heroes, David Bowie
In the Land of Grey & Pink - Caravan
Sombody to love, Queen
Aja, Steely Dan
Que reste-t-il des nos amour, Charles Trénet

(E ancora: Pat Metheny, Daryl Hall & John Oates, frank Sinatra, Bing Crosby, King Crimson, Frank Zappa, Genesis - Peter Gabriel, Elton John, Santana, Al Jarreau, Steps Aheds, Penguin Cafè Orchestra... Guccini, De Gregori, De Andrè, Gaber, Battiato, Bennato, Pino Daniele ... Mozart, Debussy, Verdi... e quando finisco?)



Passo la palla alle mie amiche del blog Piatti volanti : Franci, Stefi, Tiziana e Stefania, che da un po' latitano.

12 febbraio 2006

Il pleure dans mon coeur

Il pleure dans mon coeur
Comme il pleut sur la ville;
Quelle est cette langueur
Qui pénètre mon coeur ?

Ô bruit doux de la pluie
Par terre et sur les toits !
Pour un coeur qui s'ennuie,
Ô le chant de la pluie !

Il pleure sans raison
Dans ce coeur qui s'écoeure.
Quoi ! nulle trahison ?...
Ce deuil est sans raison.

C'est bien la pire peine
De ne savoir pourquoi
Sans amour et sans haine
Mon coeur a tant de peine !

Paul VERLAINE (1874)

(Recueil : Romances sans paroles)

11 febbraio 2006

Bigné di San Giuseppe


bigné di San Giuseppe
bigné di San Giuseppe

Per la festa di San Giuseppe a Roma si fanno i bignè fritti. Non sono esattamente una cosa leggera ma per una volta all'anno si possono fare.
Manca più di un mese al 19 marzo, ma ho già iniziato le prove soprattutto di frittura visto che non friggo praticamente mai.
Però sono soddisfatta, l'interno è venuto ben cotto e morbido.


bigné di San Giuseppe apertoLe ricette di pasticceria sono esattamente al contrario, partono da grosse quantità e le uova sono indicate in peso. Però poi ricavare una ricetta utile per un uso casalingo a volte è un'impresa. Io sono partita da molte ricette, ho fatto delle modifiche e questo è il risultato. Sicuramente migliorabile.
Le dosi base per 1 uovo, da cui si ottengono 12 bignè medi, sono:


80 g acqua ( o latte o metà e metà)
40 g farina
20 g burro
1 uovo

Mettere sul fuoco l'acqua e il burro, quando il burro è completamente fuso buttare tutta la farina e mescolare energicamente. Tenere sul fuoco continuando a girare fino a quando l'impasto non sfrigola (come se friggesse). Togliere dal fuoco e far raffreddare completamente l'impasto.
Quando è freddo aggiungere uno alla volta le uova e non aggiungere il successivo se il primo non è completamente amalgamato.A questo punto mettere sul fuoco una pentola profonda con olio e friggere piccole porzioni di impasto servendosi di un sac à poche o facendo delle quenelle con 2 cucchiai. Io ho fatto le quenelle.
In cottura le palline raddoppiano di dimensioni e ruotano continuamente su loro stesse colorandosi da tutti i lati.
Far raffreddare su carta paglia o carta da cucina, farcire con crema pasticcera (ognuno ha la sua ricetta) e spolverare con zucchero a velo.
Ma senza adsl che strazio aspettare che si carichino le foto ...
bigné di San Giuseppe

06 febbraio 2006

Pane inglese (quasi un pancarré)







metodo diretto:

200 gr. di acqua calda
20 gr. di zucchero
15 gr. di burro


sciogliere tutto insieme e aggiungere:

200 gr. di latte
25 gr. di lievito di birra


mescolare tutto insieme e far lievitare per 20/30 minuti poi aggiungere:

1 uovo
10 gr. di sale fino
400 gr. di farina 00
400 gr. di farina manitoba (o americana)

Lavorare con energia finché la pasta non risulti asciutta e ben gonfia, farla lievitare fino a raggiungere il doppio del suo volume.
Rompere, poi, la lievitazione e mettere l’impasto negli stampi (ad es. rettangolari da pancarrè, io ne ho usato uno a stella e uno a cuore) e far lievitare nuovamente fino al suo raddoppio.
Cuocere l’impasto lievitato a 220/230° per circa 20/30 minuti, mettendo sul fondo del forno una ciotola con l’acqua per non fare seccare il pane.
A cottura terminata togliere il pane dallo stampo e metterlo ad asciugare.
Tutte le fasi di impasto, dall’inizio fino alla lievitazione, possono essere fatte con il mixer, l’impastatrice, il frullatore ecc.


05 febbraio 2006

Que reste-t-il de nos amours? (Charles Trénet)

Ce soir le vent qui frappe à ma porte
me parle des amour mortes
devant le feu qui s'éteint.

Ce soir c'est une chanson d'automne
dans la maison qui frissonne
et je pense aux jours lontains.

Que reste-t-il de ces beaux jours?
Une photo, vieille photo, de ma jeunesse.

Que reste-t-il des billets doux,
des mois d'Avril, des rendez-vous?
Un souvenir qui me poursuit sans cesse.
Bonheur fanè, cheveux au vent,
baisers volés, rêves mouvants
que reste-t-il de tout cela
dites-le-moi?

Un petit village
un vieux clocher
un paysage
si bien caché
et dans un nuage
le cher visagede mon passè.

Les mots, les mots tendres qu'on murmure
les caresses les plus pures
les serments au fond de bois
les fleurs qu'on retrouve dans un livre
dont le parfum vous enivre se sont envolé, pourquoi?

Sono bloccata...

Sono senza ADSL e senza macchinetta digitale... un guaio per mettere in rete qualcosa di decente.
Spero di risolvere al più presto soprattutto i problemi con la Telecom e tornare a divertirmi.