30 maggio 2016

L'ultimo Kaiserschmarren della stagione. La ricetta del lunedì.


La nonna di un mio amico diceva "Sacco vuoto non sta in piedi" per  convincere i nipotini a mangiare. Però di solito quello che non andava giù ai bambini erano le minestrine. Quando la nonnina preparava a  loro un  dolcetto non c'era bisogno di  insistere  e le  fauci si spalancavano.
La signora era maestra nel preparare questa frittata dolce tanto amata dall'imperatore Francesco Giuseppe, che tanto  bambino non era  più anche  se aveva  conservato l'amore  e l'entusiasmo per le  cose semplici e buone  della  sua terra.
Parliamo del regno Austro-Ungarico che nei secoli passati ha significato molto nel bene e nel male per  gli  italiani che abitavano alcune zone  del  nord dove ancora si prepara  questo piatto saporito.

Quindi anche se all'origine è un piatto austroungarico, è stato ripreso in molte versioni diverse nelle aeree di lingua tedesca anche in Italia e nelle piccole isole ladine di Trentino e Alto Adige dove è conosciuto con nomi diversi come Smornn o Strauben. Mentre in Ungheria  si fa ancora una  crepe dolce  chiamata Palatschinke.

E se il sacco vuoto non si regge  in piedi anche quando la testa è vuota è bene riempire almeno la pancia, perché una testa non può lavorare bene senza un po' di carburante in corpo.
Soprattutto  tornando a casa tardi dopo una lunga giornata di lavoro o dopo una trasferta si ha voglia di qualcosa che sia buono e magari così dolce da prepararci a una bella dormita ristoratrice.
Non importa se questo dolce non  brilla per la bellezza perché rientra in quella categoria appunto dei “brutti ma buoni” .
Il vantaggio è che si può preparare in poco tempo con ingredienti che si conservano facilmente, basta organizzarsi prima e procurarseli per tempo per giornate in cui ce ne sarà bisogno.
Kaiserschmarren significa frittata dolce dell'imperatore perché si racconta che fosse stato servito all'imperatore Francesco Giuseppe per assecondare una sua richiesta imprevista di un dolce a cui il cuoco di corte si trovò a improvvisare  usando quel poco che la cucina offriva.
Un po' per l'emozione un po' per l'agitazione il cuoco bruciò la crepe che aveva sul fuoco rompendola nel girarla, ma ebbe la prontezza  di spirito di ridurla a pezzi, nascondere le bruciacchiature con lo zucchero a velo e servirla con il ripieno di marmellata a parte.

Dose per 4 persone:



4 uova

40 grammi di zucchero
200 g di farina grammi di farina "00" passata nel setaccio
200 g di latte
1 pizzico di sale
1 manciata di uva passa
60 grammi di burro
zucchero a velo
confettura di mirtilli rossi (in latino Vaccinium vitis-idaea o in tedesco Preiselbeeren)
rum (facoltativo)
Montare albume e tuorlo  separatamente ognuno con metà dello zucchero. Quando il tuorlo è bianco e ben montato si aggiungono farina e latte a piccole dosi alternati e l'uvetta preventivamente messa in ammollo in poca acqua o rum.
Unire per  ultimo l'albume montato a neve.
Sciogliere il burro in una padella e cuocere la frittata in più riprese perché deve essere sottile.
Tagliarla a quarti e girarla. A cottura ultimata tagliarla a pezzi con una forchetta.
Servire con marmellata di mirtilli rossi (cranberry) e zucchero a velo.

Questa ricetta è stata pubblicata anche nella sezione Testa e Pancia del sito di  Mazz Mariano, un amico mentalista che crede in  me. Grazie!
Questa collaborazione  nasce  dall'idea di entrambi di  proporre cibi gustosi e facilmente realizzabili anche da chi ha poco tempo e fa  orari da "artista" come lui.
A me piace scrivere ogni tanto una ricetta per lui perché anche se lui dice di non avere poteri magici secondo me è un mago :)

E se qualcuno non sa chi sia un mentalista o cosa faccia, legga QUI!!


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