25 giugno 2018

Palacsinta con mirtilli, lamponi e latte "vero". La ricetta del lunedì.



Più che latte "vero" lo definirei semplicemente "latte". Sì, perché la maggior parte di quello che beviamo latte non più. Ma  cos'è  il  latte?  tutti  sanno che è  prodotto dalle ghiandole mammarie  dei mammiferi per  nutrire i  cuccioli.
Ma da  un  punto di vista  fisico è semplicemente un'emulsione di un grasso in acqua grazie anche alla presenza di una  proteina, la caseina. 
La  composizione  del  latte è molto  più complessa, sono presenti anche  carboidrati tra  cui  uno  zucchero, il  lattosio che è  un  disaccaride formato da una  proteina  di glucosio e  una  di galattosio e che   spesso causa di  un'intolleranza. Come  nel  mio caso.
A me  il  latte piace molto ma  ormai non lo  posso bere  più pena  dolori e fastidi. 
Poi ho scoperto questo latte di  Salvaderi, dove la presenza di diverse  sostanze ed  enzimi "naturali"  come la betacaseina A2A2 ne aumentano la digeribilità. Io l'ho  assaggiato con  cautela e non ho avuto  disturbi e quindi poi me ne sono bevuta alcuni bicchieri in  più  giorni ritrovando  il piacere del  latte freddo.
Si è parlato  molto in questi giorni di questo latte sui social, la  sua  notorietà si  diffusa a macchia  d'olio. Secondo alcuni pilotata con  una  precisa azione di marketing, secondo altri no, tra cui me, grazie invece alle  sue caratteristiche peculiari.
Proviene da mucche allevate e nutrite  solo ad  erba. Tanto per iniziare. Mucche che pascolano libere e vivono fino a 14-15  anni  contro i  4-5  della maggior  parte  delle mucche  da  latte  allevate a  mangimi e  chiuse in stalla.

Sul sito di Salvaderi è spiegato tutto, io mi sono incuriosita, l'ho comprato e  assaggiato. Già l'aspetto colpisce, giallo chiaro invece che  bianco  candido e  con  il grasso che tende  a concentrarsi nel  collo della  bottiglia perché non è  omogeneizzato.
A me e non solo ha ricordato il latte crudo che da bambini andavamo a prendere e che doveva essere  bollito prima  del consumo.
Il contenuto in grassi è simile un latte di alta qualità ma non essendo omogeneizzato i granuli  più  grossi di  grasso lasciano in  bocca una  sensazione di maggiore morbidezza e grassezza.
A Roma è stato  portato grazie  al lavoro d Stefano MariottiGiorgio Pace e Gae Saccocio e quando l'ho visto nel mio negozio  di fiducia, Le Officine del  Gusto, l'ho preso subito.


L'ho usato per preparare un  dolce ungherese, molto simile alle crepes francesi, diffuse ormai in tutto  il mondo. Si chiama Palacsinta e pare che derivi il nome dalla placenta, una focaccia bassa dell'antica Roma.
In Ungheria se ne  trovano diverse ricette, dolci e salate. Non è  stato  facile  orientarmi tra le tante  proposte nel  libro di  cucina ungherese che mi ha  regalato anni fa la mia amica Natalia Kourlovich, nata in Bielorussia, in italia  ormai da così tanto tempo che conosce la nostra grammatica meglio di tanti italiani.

ingredienti per 6 crespelle:

100 g farina
1 uovo
125 ml latte d'erba
100 ml acqua  frizzante
1 cucchiaino di  zucchero
1 cucchiaino olio di girasole spremuto a freddo bio
1 pizzico di sale

per condire:
marmellata di lamponi
marmellata di mirtilli
lamponi freschi
mirtilli freschi
zucchero a velo


Unire tutti gli  ingredienti per le crespelle e lavorare bene con una  frusta o  con  il  minipimer. Lasciar riposare 30  minuti.
La  consistenza  della pastella deve essere come una crema fluida.
Spennellare una padella di olio (meglio se di ferro) e versare un mestolo di  pastella. Cuocere a fuoco alto, voltare quando si stacca  da  sola.
Ogni  volta ungere la padella e  cuocere tutte le  crespelle.
Farcire  a piacere, io ho  usato marmellata d lamponi e mirtilli e  lamponi e mirtilli freschi. Spolverare con  zucchero  a velo e  volendo servire accompagnando con panna semi montata.


Sul sito Salvaderi gli  indirizzi dove comprarlo.

2 commenti:

  1. Molto golosa questa ricetta mi piace anche l'utilizzo del latte in questa specie di crepes... certo la versione ungherese mi mancava!

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