12 settembre 2010

Ecco il pane al #Colfòndo cotto e mangiato



Ieri l'ho impastato e cotto . Era un'idea che mi frullava da tanto nella testa, poi qualche settimana fa ho iniziato a preparare il lievito madre, rinfreschi dopo rinfreschi, con il "fondo del #Colfòndo".



Come l'ho fatto: in che modo ho preparato il lievito è descritto qui.
Venerdì sera ho impastato 100 g di lievito madre con 200 g di farina 0 e 100g di acqua L'ho lasciato lievitare tutta la notte nella scivedda; la mattina dopo ho aggiunto altri 200 g di farina 0, 100 g di acqua, 5 g di sale e ho continuato ad impastare aggiungendo acqua fino ad avere un impasto abbastanza morbido ma non troppo. Per capirsi più duro di quello per la pizza in teglia.
Altra lievitazione fino al raddoppio, ho fatto la forma facendo una serie di pieghe, l'ho messa in teglia, quando ha rilievitato ho fatto i tagli e l'ho infornata per 50 minuti partendo da 200°C e calando a 180°C nell'ultima mezzora.
Questo per sommi capi quello che ho fatto, più o meno la ricetta solita del pane che faccio quando provo lieviti nuovi in modo da avere un termine di paragone.
L'ho tagliato forse troppo presto per la mia solita fretta di vedere il risultato e dalla supeficie tagliata si intuisce, però si capisce anche che ha una buona alveolatura, come si può vedere oggi alla prova finestra.


Il profumo è molto piacevole, si sente il lievito madre con una leggerissima acidità che è gradevole, in bocca a sorpresa lascia anche un fondo dolciastro e sembra di sentire il sapore di qualcosa di tostato, molto simile alle nocciole (edito alle 15,21: il tostato nelal crosta ricorda il caffè). Credo che derivi dal lievito visto che ho usato una normalissima farina 0, però secondo me si sente che nei rinfreschi iniziali avevo aggiunto un po' di farina di segale integrale bio e si vede dalla mollica non bianchissima.
Il lievito è ancora giovane, un po' selvatico e fa come gli pare. Certi giorni lievita in poche ore, altri dormicchia. Per aiutare la lievitazione dell'impasto del pane, non del lievito madre puro, ho seguito i consigli di Gabriele Bonci e come prima panificazione ho fatto una lievitazione mista; quindi esclusivamente nell'ultimo impasto ormai maturo ho messo circa 1 grammo di lievito secco di birra.

Conclusione: esperimento riuscito, soddisfazione alta.

Preparazione del lievito
Dissertazioni in attesa della panificazione
Preparazione del pane

Questo post è anche su Vinix

11 commenti:

  1. Bello bello, io devo ancora fare questo esperimento con qualche lievito della mia birra

    Emanu

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  2. Emanuele io l'avevo pensato con i lieviti della birra di Rossella. Tu che lieviti hai?

    Grazie FairySkull!!

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  3. Brava Daniela. Un'alveolatura così è uno dei miei obiettivi. All'ultima bottiglia di birra, metterò da parte i lieviti :)

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  4. Rossella, non ho foto del tuo pane ma me lo ricordo molto bello come alveolatura.
    Ho ancora la tua birra e sto pensando di farci altro lievito :-)))

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  5. Bello! E per il ricordo di caffè dovrebbe essere un pane perfetto per la colazione con burro e marmellata.

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  6. Una sola curiosità... Ma i lieviti presenti in una bottiglia di prosecco , avendo portato a termine la ri-fermentazione in bottiglia , non dovrebbero essere morti e defunti ; ) ?

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  7. Anonimo, domanda giusta! a quanto pare non erano morti tutti perché la farina ha iniziato a lievitare subito come si legge nel primo post
    Preparazione del lievito

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  8. Cara Dani, segno con molto interesse i tuoi esperimenti di panificazione il risultato sembra essere molto buono, curioso l'aroma che sei riuscita a ricreare. Applauso!

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  9. Che taglio stupendo! Questo pane è perfetto!

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