Ho fatto molte ricerche in diversi forum di cucina e ho parlato con due ragazze eritree molto gentili in un negozio etnico. Alla fine sono arrivata a questa versione che spero non sia troppo diversa dall'originale che mangiavo 30 anni fa fatto da una signora eritrea e le due sorelle (Lidia, e la figlia Gioy, Ivana e Milena,) che vivevano a Roma.
Per fare lo Zighinì serve una miscela di spezie chiamata Berberè, si compra fatta ma si può anche fare in casa seguendo la ricetta, metto anche la ricetta del pane injera su cui si serve lo spezzatino e che si usa come cucchiaio per mangiare.
ZIGHINI' (Eritrea)
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
1 cucchiaio di burro chiarificato
3 cucchiai di berbere' (vedi sotto)
1 bicchiere d'acqua
sale
500 g di pomodori pelati
500 g di manzo tagliato a spezzatino
Fare appassire in una padella antiaderente coperta 1 grossa cipolla e 2 spicchi d'aglio tritati. Dopo 5 minuti aggiungere 1 cucchiaio di burro chiarificato, 3 cucchiai di berberé, 1 bicchiere d'acqua e sale. Fare restringere lentamente, poi aggiungere 500 g di pelati e, se c'e' bisogno, un altro bicchiere d'acqua. Continuare a sobbollire per 15 minuti. Aggiungere 500 g di manzo e finire di cuocere per 1 ora, finché la carne e' cotta e il fondo ristretto. Si mangia tradizionalmente sull'injera, in modo che questo si imbeva di sugo.
per il burro chiarificato:
Mettete a sciogliere il burro fresco in una pentola a bagnomaria su fiamma media e costante. Quando il burro è sciolto, abbassate un po' la fiamma e lasciate sobbollire piano.Togliete tutti i residui schiumosi bianchi che si formano e poi colate, aggiungendo al colino una garza.Togliete i residui fino a quando il burro non assume la limpidezza dell'olio.
ZIGHINI' (Eritrea)
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
1 cucchiaio di burro chiarificato
3 cucchiai di berbere' (vedi sotto)
1 bicchiere d'acqua
sale
500 g di pomodori pelati
500 g di manzo tagliato a spezzatino
Fare appassire in una padella antiaderente coperta 1 grossa cipolla e 2 spicchi d'aglio tritati. Dopo 5 minuti aggiungere 1 cucchiaio di burro chiarificato, 3 cucchiai di berberé, 1 bicchiere d'acqua e sale. Fare restringere lentamente, poi aggiungere 500 g di pelati e, se c'e' bisogno, un altro bicchiere d'acqua. Continuare a sobbollire per 15 minuti. Aggiungere 500 g di manzo e finire di cuocere per 1 ora, finché la carne e' cotta e il fondo ristretto. Si mangia tradizionalmente sull'injera, in modo che questo si imbeva di sugo.
per il burro chiarificato:
Mettete a sciogliere il burro fresco in una pentola a bagnomaria su fiamma media e costante. Quando il burro è sciolto, abbassate un po' la fiamma e lasciate sobbollire piano.Togliete tutti i residui schiumosi bianchi che si formano e poi colate, aggiungendo al colino una garza.Togliete i residui fino a quando il burro non assume la limpidezza dell'olio.
INJERA (Eritrea)
500 g di farina di frumento
500 g di farina di mais
250 g di semola di grano duro
25 g di lievito (o 100 g di lievito madre)
500 g d'acqua
Questa ricetta è un modifica dell'originale che è fatta con farina di teff. Mescolare gli ingredienti in una ciotola capiente. Coprire e far riposare a temperatura ambiente 2 o 3 giorni. Lavorare l'impasto fermentato con acqua sufficiente a farlo diventare fluido. Scaldare una padella antiaderente e versate il composto in modo da avere uno strato di 3-4 millimetri, come per una crepe. Quando inizia a rapprendere devono comparire le bollicine, che danno la caratteristica consistenza spugnosa al pane. Coprire e lasciare cuocere per circa 3 minuti, evitando che prenda colore. Lasciar raffreddare su un canovaccio evitando di sovrapporre le focaccette finché non sono fredde. Servire coperte da qualche cucchiaiata di zighinì.
BERBERE' - (Eritrea)
2 cucchiaino di semi di cumino
1 cucchiaino di semi di cardamomo
1/2 cucchiaino di pepe di Giamaica o pimento
1 cucchiaino di fieno greco
1 cucchiaino di semi di coriandolo
8 chiodi di garofano
1 cucchiaino di pepe nero
5 cucchiaini di peperoncino
1 cucchiaino di zenzero
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di sale
3 cucchiai di paprika
1/2 cucchiaino di cannella
In una padella antiaderente fate tostare i semi per due minuti, mescolando continuamente (aprite la finestra perché si forma un gas difficile da respirare). Tritate tutte le spezie con il robot da cucina. Conservate in un vaso di vetro ben chiuso. Si usa per accompagnare carni, verdure e riso.
2 cucchiaino di semi di cumino
1 cucchiaino di semi di cardamomo
1/2 cucchiaino di pepe di Giamaica o pimento
1 cucchiaino di fieno greco
1 cucchiaino di semi di coriandolo
8 chiodi di garofano
1 cucchiaino di pepe nero
5 cucchiaini di peperoncino
1 cucchiaino di zenzero
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di sale
3 cucchiai di paprika
1/2 cucchiaino di cannella
In una padella antiaderente fate tostare i semi per due minuti, mescolando continuamente (aprite la finestra perché si forma un gas difficile da respirare). Tritate tutte le spezie con il robot da cucina. Conservate in un vaso di vetro ben chiuso. Si usa per accompagnare carni, verdure e riso.
Guardate in rete quello di Fabien
e quello di Andrea (aggiornamento 2014)
Per approfondimenti:
http://www.ilcornodafrica.it/uc-zig.htm
------------------------------------------------------
(da: http://www.foodinitaly.com/ )
Per saperne di più leggete il post di Stefano Magini su La mia vita tra la carne.
e quello di Andrea (aggiornamento 2014)
Per approfondimenti:
http://www.ilcornodafrica.it/uc-zig.htm
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Poco noto in Occidente, il Teff è un cereale antico tipico di Eritrea ed Etiopia. Viste le sue interessanti virtù benefiche, è bene iniziare a conoscerlo e a metterlo nel carrello della spesa alla prima occasione.
Proteico e senza glutine
Il suo chicco è minuscolo: soli 0,8 mm di diametro. Viste le dimensioni ridotte, questo cereale non può che essere integrale, dal momento che diventa impossibile togliere gli strati esterni del chicco. Per questo motivo è ricco di fibre, ma non solo: è un concentrato di proteine, calcio, ferro, magnesio, manganese, fosforo, rame, aminoacidi, tiamina, niacina e vitamina B6. A suo vantaggio, c’è anche il fatto di essere senza glutine, per cui può essere consumato anche da chi è intollerante. A basso indice glicemico, regola gli zuccheri nel sangue ed è dunque adatto alle persone diabetiche. La percentuale di carboidrati è inferiore rispetto a quella di altri cereali, diventando così un’alternativa interessante per chi è attento alla linea. Facilmente digeribile, è utile per controllare lo stimolo della fame e agevola una corretta attività intestinale. Vista la particolare composizione nutrizionale, risulta essere indicato per gli sportivi. Coltivato nell’Africa nord-orientale, nel sud-ovest dell’Arabia e recentemente anche in Spagna, ve ne sono due varietà: una con chicchi bianchi e l’altra con chicchi rossi. Dal teff si ricava una farina con cui vengono fatti numerosi prodotti da forno dolci e salati. In Eritrea con essa di prepara il tradizionale pane dalla consistenza spugnosa chiamato injera. I chicchi crudi possono essere mangiati al naturale, hanno un sapore tendente al dolce che ricorda quello della noce, possono anche essere aggiunti a ricette esattamente come si fa con i semi o la granella di frutta secca. I chicchi cotti invece sono ottimi con i legumi. Sotto forma sia di chicchi sia di farina, agisce come addensante per zuppe e preparazioni brodose. I semi germogliati infine possono essere aggiunti alle insalate. Lo si trova per ora soltanto nei negozi specializzati in prodotti naturali e biologici.
(da: http://www.foodinitaly.com/ )
Per saperne di più leggete il post di Stefano Magini su La mia vita tra la carne.
Bellissima ricetta Daniela, ho alcune cose da chiederti:
RispondiElimina1) La pastella ottenuta rendendo liquido l'impasto fermentato non sà di acido?
2) Le spezie per realizzare il berberè sono tutte facilmente reperibili tranne una, il fieno greco, mi spiegheresti cos'è e dove si trova?
Grazie sempre per le tue risposte.
Maria Giovanna, l'impasto è leggermente acido ma questa è una caratteristica del pane. Io non ho messo la farina di mai perchè non l'avevo ma l'injera era molto buona. Anzi ne ho fatte di più e sono anche avanzate.
RispondiEliminaHo trovato il fieno greco da Castroni a Roma, ovviamente.
Leggi qui: http://www.cookaround.com/cucina/nuoveerbe/erba-15.php3
Il berberè mi incuriosisce molto, però temo sia troppo piccante per le mie abitudini.Glò
RispondiEliminawaouw! complimenti per lo sforzo di documentazione! Ti dirò però che il zighini (che del resto a roma mangio.. in zona del tuo ufficio :-) a me risulta troppo piccante, un'inferno ognu volta (però poi finisce sempre che ci torno!)
RispondiEliminaGrazie comunque per le ricette! proverò!
Gloricetta, deve essere molto piccante però se ti fai il berberè da sola puoi dosarlo a tuo piacere.
RispondiEliminaCenzina, ma dove eri sparita?? Ma vai in via Gaeta al ristorante Africa? Lo ocnosco anche se non ci sono mai andata.
Facciazza, ma davvero? allora lo dedico anche a te ma solo se lo rifai.
:-))
consiglio di acquistare il berbere gia preparato e la stessa cosa vale per l'ingera almeno non si rischia, io nello spezzatino aggiungo le uova sode tagliate a meta' il resto è nella normalita' cmq il mio wot non è somalo ma etiope ciao
EliminaDani, che piatto particolare, posso dire in tutta sincerità che ne ignoravo persino l'esistenza?
RispondiEliminaMi incuriosisce moltissimo, proverò. :-))
Mi piace rifare piatti di altre tradizioni che però rappresentano qualcosa per me. Come questo, mi riporta indietro nei ricordi a molti anni fa.
RispondiEliminaChe buono il Berberé! Io non lo conoscevo fino a poco tempo fa quando me lo sono trovato davanti in una bancarella piena di spezie in un mercatino di Firenze... E ovviamente ci ho subito fatto una ricettina per il mio blog (e non mi sono nemmeno discostato troppo dal tuo zighinì: evidentemente mi sentivo proprio che il berberé servisse per questo)! :)
RispondiEliminaNon mancherò di provare la tua ricetta quanto prima. Grazie.
Gran bella versione di un piatto con mille varianti. Interessanti le 'focaccine' da servire con lo spezzatino ma la composizione del berberè mi è particolarmente gradita.
RispondiEliminaComplimenti.
Ciao.
Fran
Sbagliata la firma, non sono Fran ma Frank!
RispondiEliminaGrazie Daniela, molto interessante.
RispondiEliminaFacciazza, per fortuna somari come te ne conosco pochi :=pppp
RispondiEliminaSe hai una ricetta diversa me la fai avere? Grazie.
io vado in genere dall'eritreo proprio di fronte a trimani (asmara?) oppure da un'altro, che in realtà è migliore sempre li in zona ma non ne ricordo il nme! ma.. la recensione del ponte delle ranocchie per quand'è?? ;-))
RispondiEliminadi fronte a Trimani. Non l'ho pesente, io dicevo quello dietro Trimani, in via Gaeta...
RispondiEliminaCiao Daniela, grazie per i commenti che mi hai lasciato in questi giorni in cui blogger funziona male; anche oggi per vedere tutta la tua bellissima ricetta ho dovuto aspettare un quarto d'ora. Ovviamente m'incuriosisce il pane più di ogni altra cosa! Un abbraccio.
RispondiEliminafacciazza, informati, cucina, fotografa e posta... magari nel blog.
RispondiEliminaGrazie :-)
Cannella, vado sempre di corsa ma quando posso commento con piacere.
Tesoooooroooooo... grazie per il link, ma io non lo sapevo che fosse lo Zighinì! Ho solo scoperto per caso il Berberé e ho ideato la ricetta che secondo me si sposava meglio con questo mix di spezie.
RispondiEliminaLa fortuna del principiante! :)
[]
RispondiEliminaCiao a Tutti, non ho avuto tempo di leggere i commenti e le risposte, ma a quella persona che ha scritto "la pastella ha un sapore acido" Beh!! confermo L' inghiera deve avere un gusto acido, pensate che la vera inghiera che una volta veniva fatta ad Asmara (Eritrea) o Addis Abeba (Etipoia) dove si usava, se non si usa ancora, la farina di Thaff; una particolarissima farina che doveva essere fatta macerare per 3 o 4 giorni dopo di chè raggiunta la sua maturazione ed acidità la si faceva cuocere credo usando il Mogogò. Nella ricetta del berberè riportata sul sito però, vedo che c'e' la cannella ma io, come mia madre che prepara spesso lo zighinì, non abbiamo mai visto tra i coponenti la cannella. Premetto che la vera ricetta ce la diede mia zia di origine Eritrea. C'e' da dire che da quando ero ad Asmara ad oggi molte cose sono cambiate e in relazione alle spezie alcune non si trovano più nemmeno là.
RispondiEliminaposso sapere esattamente la tua ricetta . Io lo conosco poichè mio papà ha vissuto 9 anni ad Asmara durante la guerra e lo chiamavano DORO WOT
EliminaDi recente ho avuto la fortuna di ricevere il berberè da un etiope facendomi ricordare il vero sapore .
INJERA E ZIGHINI(DORO WOT9 NON E UN PIATTO ERITREO MA E UN PIATTO NAZIONALE ETIOPCO NON VI SBAGLIATE IL NOME ZIGHINI NON E UN NOME ORIGINALE MA LA SI CHIAMA DORO WOT
RispondiEliminaé un piatto fenomenale, lo mangiavo ad Addis Abeba fino al 1978, anno in cui siamo "andati via" a causa della rivoluzione. Da allora l'ho mangiato un'altra volta a Parigi nel 90, in un ristorante Etiopico e poi nulla.....me lo sogno ancora la notte, a Cagliari non ho questa possibilità. Adesso che ho trovato la ricetta, sicuramente proverò a cucinarlo,grazie.
RispondiEliminas
RispondiEliminaLo Zighini' lo cucinava un collega rommano ma vissuto anni in Somalia, abbaimo lavorato insieme in Iraq e Tanzania; e' un piatto squisito da consumare in tanti attorno ad un tavolo. Ricordo pero' che nella 'puccia' navigavano delle uove sode, buonissime con quel sugo piccante.
RispondiEliminaSalve DORO WOT non è altro che DORO (pollo/gallina -somalo) wot (piccante)
RispondiEliminala differenza tra questo e lo zighini classico e solo che viene usato il pollo o gallina invece dei normali pezzettini di carne. Come persona nata e cresciut in somalia posso consigliarvi di aggiungere nello zighinì oltre le uova sode le banane (crude) a fettine. Buon appetito a tutti.
Ma le uova sode si aggiungono mentre la carne cuoce, magari all'ultimo minuto? O si aggiungono nel piatto? io lo zighinì lo servo con il riso bollito.
RispondiEliminaSono tua follower da pochi giorni grazie a Giovanna JoJo e guarda all'improvviso cosa trovo ?!!! Zighinì e injera ! Io sono nata ad Asmara da padre italiano e madre eritrea. Ho mangiato questo piatto ad Asmara l'ultima volta tanti anni fa e rappresenta per me tante cose. Ad Asmara però questo tipo di focaccia lo chiamano TAITA'. E' buonissimo,e proverò a farlo con la tua ricetta.Grazie per la tua ricerca. Come vedi il tuo post da risultati anche dopo del tempo ! Vieni a trovarmi nel mio blog. Ciao.
RispondiEliminaGrazia, sono contenta che ti sia piaciuto.Ma lo sai che è il post più letto da sempre? :-)
RispondiEliminapuoi dirmi dove trovare il berberé già pronto? Abito a Ferrara e qui me lo dava una signora eritrea che non c'è più. Io lo adoro. Ti ringrazio molto, so di chiederti molto, ma fra gourmiers ci si intende. La tua ricetta è molto invitante ma io purtroppo sono un maschietto incapace e a Ferrara certe cose non si trovano proprio. Grazie comunque.
RispondiEliminawow, lo zighinì lo adoro, anche se ho mangiato altre versioni..... quello che preferisco è con il pollo...ma anche con le interiora d pecora è fenomenale. E anche io lo ricordo con le uova sode!!! Grazie pe la ricetta...proverò sicuramente a farla
RispondiEliminaMavi, non lo so a Ferrara, so però che ci sono molti siti che lo vendono online, amche su eBay. Nel frattempo vediamo se qualcuno lo scrive qui.
RispondiEliminaBarby70, grazie :)
ma il sale nell'mpasto dell'ijera ci vuole?
RispondiEliminaAnonimo, io non l'ho messo
RispondiEliminaFantastico l'Injera con lo Zighini!! Lo mangio molto spesso con dei miei amici etiopi ed eritrei! Confermo ciò che è stato già scritto. Zighini e Doro Wet (personalmente ho sempre pronunciato wet e non wot) non sono la stessa cosa. Il Doro Wet è un sugo fatto con pollo o gallina. L'unica precisazione che posso fare (ma è una precisazione inutile, giusto per rendermi antipatico!! XD) è che Wet in amarico (lingua etiope) credo voglia dire sugo e non "piccante"....ma magari in tigrino (lingua eritrea) Wot vuol dire proprio piccante...booh!!
RispondiEliminaComunque sia, nonostante all'inizio lo trovavo troppo piccante, pian piano mi hanno fatto abituare e adesso me lo gusto ogni volta.
Mi raccomando, quando lo mangiate.... sono vietate le posate!!! XD XD
Ciao a tutti
K.F.
@K.F. grazie delle precisazioni, tutte cose che non sapevo :-)
RispondiEliminaUna domanda scema...ma i pelati vanno messi interi o passati? Grazie!!!
RispondiEliminaottimo amo il berbere noi a casa lo usiamo anche nel normale sugo per la pasta,,,,sulla carne...ovunque ci va....ora non abito piu a roma ma ogni volta che ci vado un salto all'africa si fa sempre magari per comprare un kg di berbere,,,,sono stato fidanzato con una ragazza eritrea e loro usavano il berbere impastato con il burro che in origine doveva essere d'asina....per il doro solo ed esclusivamente gallina e le uova sode andavano incise per permettere al sugo di penetrarvi...propio ora lo sto cucinando...
RispondiEliminaBella questa aggiunta di Dante ! Burro impastato e uova incise. Non sapevo anche perchè ad Asmara ero troppo piccola per notare la preparazione e da grande ...era già pronto.Ho trovato il berberè al bellissimo Mercato Esquilino di Roma. Andate a vedere il mio post omonimo sul mio blog "La Fenice Candita": VACANZE ROMANE mese di luglio. Ci sono indicazioni esatte.
RispondiEliminabelli questi commenti, grazie a tutti!
RispondiEliminaHo il ristorante Africa praticamente a due passi dall'ufficio, ci voglio tornare prima o poi!
Io sono etiope e prima di tutto ''wet'' significa in amarico sugo,mentre in tigrigna e' ''tsebhi''
RispondiEliminaMi ricordo che quando ero in Africa mia madre ci metteva un sacco di cipolla e anche il miele verso fine cottura.
Adesso anch'io sto cercando di imparare a farlo ,ma vi assicuro che ci vogliono anni di esperienza. E cmunque ti ringrazio Daniela Senza Panna per l'impegno e la cura che ci hai messo adad un piatto cosi'amato da noi etiopi somali ed eritrei e forse anche altri
Grazie delle informazioni Abramo, è molto interessante quello che dici e n eterrò conto per approfondire l'argomento.
RispondiEliminaSalve, abito in Sicilia. Per il berberè mi fornisco periodicamente a Roma o Milano, di solito mi rivolgo ai ristoranti. Comunque le comunità etiopiche, eritree e somale delle grandi città, sapranno certamente indicarvi dove comprarlo. A casa lo cuciniamo da tanti anni, comunque io uso molta più cipolla e lo faccio molto piccante.
RispondiEliminaQuando lo cuciniamo, i nostri familiari, che prima scappavano in lacrime con la bocca in fiamme, adesso vengono volentieri e si auto-invitano pure, attratti dal profumo intenso.
Quanto all'inghiera o indjera, credo che l'unica cosa che possiamo fare è quella di sperimentare una crèpe morbida e spessa che ci somigli un po'. La farina giusta non l'ho mai trovata, poi deve anche fermentare affinchè faccia le bollicine che la rendono soffice, elastica e decisamente acidula.
Ciao! Nino
Nino, grazie delle indicazioni.
RispondiEliminaQUi vicino al mio ufficio ci sono du e ristoranti eritrei e in uno mi dicono che vendono la farina di Teff.
Io l'ho fatta con lievito madre e farina normale, aveva le bollicine ed era molto simile a quella originale che mangiavo anni fa a casa di persone Eritree che la facevano. Adesso voglio comprare il teff.
Qui se ne parla
http://www.wibo.it/mediawiki/index.php/Injera
dani :) devo farti vedere un libro etiope dove ci sono un sacco di ricette interessanti (la cui validità mi è stata confermata da un'amica i cui genitori han vissuto lì fino all'epoca della rivoluzione)... Il berberè si trova a piazza vittorio ed è ben fatto (sempre a detta dell'amica di cui sopra che lo ha annusato e testato) *___* Fichissimo, comunque... io ancora non ho avuto il coraggio di cimentarmi, brava!
RispondiEliminaStefania quando ci siamo viste ci siamo dimenticate del libro!!!!
Elimina:) cavolo, è vero!!! Comunque adesso ce l'ho in giro perché volevo fare i samosa e poi non ci sono riuscita, ops!... Può essere una buona scusa per un caffè, gelo permettendo!
EliminaBaci :)
appena cala il gelo e il ghiaccio vengo lì in bici!!! :-)
EliminaStefania!!! volentieri!!!
RispondiEliminaconsiglio di mettere sul fondo la classica "spianata sarda" aperta dalla parte interna che assorba il sugo ...noi lo facciamo così da anni.
RispondiEliminauna nota da aggiunge è il fatto che nella ricetta originale bisogna mettere nel sugo 1 rosso di uvo sodo sbriciolato a persona...
saluti
potrebbe essere un'alternativa anche se la consisstenza è molto diversa :-)
EliminaCiao Daniela, bello il blog e favolosa la ricetta! sono vegetariano e la versione che si fa dalle mie parti è a base di lenticchie (come me l'ha fatta assaggiare un mio amico etiope). In ogni caso la procedura base è la stessa. Anzi, direi che la tua è molto più accurata e interessante di quella che usavo io!
RispondiEliminaMi rimetto subito ai fornelli!
un saluto
V.
grazie della testimonianza Valerio!
Eliminache meraviglia! Da provare assolutamente!!
RispondiEliminala ricetta è bellissima.
RispondiEliminaLa farina originale dove la trovo?
a Roma nel ristorante eritreo di via Cernaia pare che la vendano
EliminaIo lomangio fin da piccolo ma fatto in altro modo con la pasta oppure sul pane.
RispondiEliminaNon mi convinceva qualcosa nella ricetta del berberè, essendo stato molti anni per lavoro in Etiopia. Riporto pertanto quanto scritto da Nicky Di Paolo, Asmarino doc, nell’agosto 2005 sulla ricetta della madre (nel sito http://www.ilcornodafrica.it/uc-berberè.htm, che riporta molte interessanti informazioni su Eritrea ed Etiopia).
RispondiElimina20 peperoncini abissini (ce ne sono di almeno 5 tipi, ma senza grosse differenze, purché siano belli rossi)
1 cucchiaino di semi di coriandolo
10 chiodi di garofano
60 semini di cardamomo (quelli neri per intenderci)
½ cucchiaino di semi di sedano di montagna (ajowan, dal sapore di timo intenso e piccante)
15 bacche di pimento
1 cucchiaio di grani di pepe nero
1 cucchiaio di semi di fieno greco
1 cucchiaino di zenzero macinato
un po’ di cannella
Come nota il Di Paolo: “la paprica è “capsicum annuum” e nulla ha a che vedere con l’Africa! Altri aggiungono il sale (che rovina ovviamente la tostatura), ma c’è chi ci mette il cumino o la curcuma.”
Per la tostatura, la madre di Di Paolo ungeva il fondo con un filo di olio di sesamo e metteva la padella sul fuoco. A padella calda aggiungeva nell’ordine i peperoncini precedentemente tagliuzzati e poi i semi di fieno greco, il garofano, lo zenzero, la cannella, il pimento, e solo per ultimo il cardamomo.
Il tutto doveva imbiondirsi in pochi minuti, senza bruciare e va immediatamente macinato in una polvere estremamente fine che va subito racchiusa in un barattolo ermetico.
Claudio da Roma
grazie!!! un bel commento molto utile.
EliminaPrima o poi lo rifaccio e testo la tua ricetta.
Buon 2013
il berbere' lo trovate al mercato di piazza san giovanni di dio - box 45- roma ....anche il fieno greco e tante altre
RispondiEliminae un banco che nasce proprio per chi cerca tutte le spezie. ciao dona
grazie, non lo sapevo. Ci verrò di sabato perchè mi è distante.
RispondiEliminaOttimo blog! Ricette buone e gustose!
RispondiEliminahttp://www.ricette-dolci-ricette.com
http://www.le-ricette.it
ciao Daniela buonissimo piatto che conosco bene me lo ha insegnato Oscar fratello di Lidia e Milena, mio carissimo amico.
RispondiEliminaRosa
Ciao Rosa, c'era anche una terza sorella, Ivana. Come mai le conosci e noi ci siamo mai conosciute? Incredibile.
Eliminamavafanculu
EliminaLa scelta della qualità è alla base di ogni acquisto intelligente. Scegli anche tu lo stufatino di verdure. Vai su http://www.vitalbios.com/A/MTQ2ODA1NTYyMiwwMTAwMDA0OCxzdHVmYXRpbm8tZGktdmVyZHVyZS0yODBnLmh0bWwsMjAxNjA4MDYsb2s=
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