29 giugno 2020

Tagliatelle al ragù di zia Marisa e i Fiuritti galluresi. La ricetta del lunedì.


Senza Panna si è presa una breve vacanza di mare e dalla Sardegna ecco un piatto che è presente con  tante varianti su tutto il territorio nazionale. 
E mentre alterno mare e cibo non  trascuro il blog.



E se a Roma e nel resto d’Italia si chiamano fettuccine, in Gallura sono “li fiuritti”, non lo sapevo ma me l’hanno detto i miei amici (più esperti di me di paste  fresche e di sardo) Claudia Casu e Piero Careddu. Potete trovarli la prima a Tokyo dove insegna  paste tradizionali sarde ai giapponesi, che poi le realizzano meglio di molti nostri connazionali con una precisione certosina e ingredienti originali, oppure crea nuovi  formati. E il secondo a Sassari presso la Caffè e Teeria Mannoni.


I fiuritti sono una pasta tipica gallurese a base di Semola di grano duro (grano sardo), acqua, sale, uova (a piacere).
Questa di oggi è la ricetta è di “zia Marisa”, me la sono fatta descrivere a grandi linee e l’ho tradotta in una descrizione comprensibile, spero.



Tagliatelle con ragout di carne.
(per 4 persone)

4  uova freschissime
500 g di farina
400 g carne macinata bovina (o mista con maiale)
sedano, cipolla, carote
pomodori (pelati o  passata a scelta)
sale
olio extravergine di oliva
pecorino o parmigiano


La riuscita del piatto dipende molto dagli ingredienti, freschezza e genuinità fanno metà del lavoro, il  resto è opera della mano di zia Marisa.
Setacciare 400 g di farina sulla spianatoia di legno (o sul tavolo) e fare la fontana. Rompere le uova al centro della fontana e iniziare a mescolare con una forchetta. Quando l’impasto inizia ad essere consistente continuare con le mani aggiungendo farina dall'interno verso l’esterno. Continuare a lavorare fino a quando l’impasto è bello liscio. Metterlo a riposare, in frigorifero se fa caldo, avvolto in  pellicola trasparente per almeno 30 minuti affinché perda elasticità si possa stendere facilmente.
Trascorsa la mezzora prendere un quarto di impasto e passarlo più volte nella macchinetta diminuendo sempre di più lo spessore fino a raggiungere quello desiderato.
Io amo le fettuccine sottilissime come  quelle emiliane, ma queste con un  po’ più di spessore danno soddisfazione alla masticata e sono l’ideale per piatti più sostanziosi.
Stendere tutte le  sfoglie dello spessore  desiderato e tagliarle con  il rullo più largo.
Chi vuole può fare  tutto il procedimento a mano con  mattarello e coltello.
Mettere le  fettuccine su  un vassoio spolverato con semola  rimacinata.
Nel  frattempo preparare  il condimento.
Zia Marisa mette tutto a freddo, carne e verdure tagliate fini, in un tegame con olio, quando sono ben  rosolate aggiunge i pomodori e lasciare cuocere piano piano. Assaggiare e aggiungere sale se necessario.
Cuocere la  pasta in abbondante acqua salata. Assaggiare e quando è cotta condirla in  una ciotola  con abbondante ragù.
Fare i piatti singoli aggiungendo una bella mestolata di sugo sopra ognuno e una  generosa quantità di  formaggio grattugiato, pecorino  o parmigiano a piacere o anche entrambi.


E per digerire basta una bella nuotata al mare. 


1 commento:

  1. Buona e meravigliosa ricetta. Anticamente le nostre nonne e mamme galluresi, avevano il metodo di fare la pasta senza uova, Insolito, ma vero.
    La faccio spesso, non sono giovane e ricorda mia mamma, che nel pomeriggio impastava tutto fatto rigorosamente a mano.
    La sfoglia era perfetta, rotonda e liscia.
    Un capolavoro.
    Non essendo giovane, riesco a farla ancora e vedo a tavola commensali felici e soddisfatti.
    Quando devo fare un pensierino, impasto e via.
    Sempre gradito e apprezzato.
    Sono Pileri Michelina, abitante ad Arzachena.

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