02 novembre 2015

La ricetta del lunedì: Le mele Miali al moscato di Piero Careddu.

L'autunno è la primavera dell'inverno. Henri de Toulouse-Lautrec 



Mi piace questa frase perché racchiude tutto il fascino dell'autunno. In autunno con le prime piogge c'è una piccola  rinascita dopo l'arsura estiva, non  a caso in Sardegna il mese di Settembre si chiama Capidannu, quando c'è un  risveglio della natura.
I frutti dell'autunno hanno in comune i colori caldi e l'impossibilità di coltivarli  in serra, ci sono solo ora e si deve aspettare un anno per rimangiarli. Come le castagne o i  caki.
O queste meline non adatte ad essere conservate fresche, che vanno mangiate in fretta o  conservate in marmellate o  in sciroppo

Le mele Miali sono un'altro frutto antico della Sardegna. Diffuse soprattutto nel nord dell'isola in provincia di Sassari.
Se ne parla anche in  una pubblicazione ISPRA specifica sui  frutti dimenticati (a pag.204) dove si può trovare una descrizione della pianta e dei frutti..
L'albero non è grandissimo e le piccole mele che maturano a fine settembre sono molto profumate. Si prestano poco alla conservazione quindi sono perfette da usare in cucina sotto forma di confetture o altre  preparazioni.

Anche questo albero, come il pirastu del post precedente, è stato portato da mio padre dal suo paese e trapiantato qui in provincia di Roma, così possiamo averne ogni anno.

A queste piante fa un trattamento minimo e pur non avendo una  certificazione bio sono sicuramente più genuine di tanti  frutti comprati  in giro.

Conviene raccoglierle  ancora un po' verdi così si conservano un po' di  più.
Unico inconveniente  ogni tanto qualcuna viene "visitata" da un ospite. Allora dopo averle  pulite con un po' di pazienza la  cosa migliore è  cuocerle a  spicchi.
Per l'occasione ho preso a prestito una ricetta dello chef Piero Careddu su Taribari. Unica variante, non ho il forno a legna qui a Roma e in Sardegna ho il forno ma non ho le mele perché ci vado in estate, quindi il sapore  è sicuramente  diverso, ma l'aromaticità di queste piccole meline dà una grande mano. Io ho fatto alcune  piccole  modifiche  sulla  ricetta  riginale.
Come dicevo per  prima  cosa non ho usato un forno a  legna e poi ho tagliato le mele  a spicchi.
(Confesso di averne  anche mangiate  un po'  appena cotte  senza  metterle  in barattolo, la  tentazione era fortissima e non ho  resistito).


mele Miali 2 kg
moscato 1/2 litro
acqua  1/2 litro
zucchero 500 g
limoni, la scorza di 2
chiodi di garofano

Lavare le mele, asciugarle e metterle  su una teglia. Cuocerle in forno a 220°C per mezzora. Far leintiepidire.
Unire l'acqua al moscato e allo zucchero con le  spezie e cuocere le mele per 15 minuti a partire da quando bolle, girando spesso.
Far intiepidire e mettere le mele in barattoli con il loro sciroppo. Sterilizzare i barattoli per 20  minuti in acqua  bollente e  far riposare una settimana prima  di consumarle.

Io le ho mangiate anche prima come  ho  detto, il  loro profumo dolcissimo è molto invitante.


Per  servirle le ho messe  su un piattino che ho fatto con argilla refrattaria, ricoperta  da  un ingobbio di argilla bianca, decorata a  incisione con rami di bambù, cotta ad  alta  temperatura e smaltata con il trasparente (nel laboratorio PotsRome).
Le  foto delle altre ceramiche sono su  Flickr.
#laricettadellunedì

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