09 maggio 2015

Il Futuro di una volta a Stazione di Posta, Roma (le foto)

Futuro di una volta

(CS)

IL FUTURO DI UNA VOLTA
Lunedì 20 aprile, nel ristorante Stazione di Posta, Roberto Capecchi, Pino Cau e lo chef Marco Martini hanno presentato i prodotti dell’ultimo progetto del Gruppo Capecchi “Tradizione e Gusto”, realizzato in collaborazione con Dario Frega e Luca Minetti.
Responsabilità, rigore, passione, entusiasmo. In queste quattro parole sono
racchiusi i segreti  della vita e del successo imprenditoriale  di Roberto Capecchi, alla guida di una società leader nella distribuzione di prodotti alimentari alla ristorazione e oggi impegnato in un nuovo lungimirante progetto, “Tradizione e Gusto.”
La storia di Roberto Capecchi inizia nel 1987, quando, appena 22enne, responsabile del personale e delle relazioni sindacali del gruppo Pellegrini, dopo l’improvvisa morte del padre (che aveva fondato l’azienda nel 1970, lasciando la posizione di responsabile delle vendite della Giglio), decide di assumere la guida dell’impresa di famiglia, che fino a quel momento si era dedicata prevalentemente alla distribuzione di prodotti lattiero caseari.
“Dalla Pellegrini – racconta sorridendo Roberto – mi sono portato via una grande esperienza manageriale e… una moglie. Entrambe mi sono state molto utili per avviare la trasformazione dell’azienda. Il mondo della ristorazione era in continua evoluzione e limitarsi ad un solo settore non aveva più senso. Così decisi di cambiare tutto: numero dei referenti, tipologie di prodotti, metodologie di servizio.”
Oggi la Capecchi è un S.p.a  a capitale totalmente familiare, con un fatturato annuo di 21,8 milioni euro nel 2014 e un budget previsionale per il 2015 di 26,9 milioni di euro, una sede di proprietà di circa 11 mila metri quadrati all’interno del CAR (Centro Agroalimentare Roma), che dà lavoro a circa 85 persone tra dipendenti diretti, agenti e personale delle ditte a cui sono appaltati i servizi di logistica, interna ed esterna. L’azienda opera nei comparti delle carni, dei formaggi, dei salumi, del pesce e del congelato, offrendo una vasta gamma di servizi (con l’esclusione dell’ortofrutta e del beverage) al circuito della ristorazione commerciale e collettiva e a quello dell’Ho.Re.Ca, in un bacino che, oltre al Lazio, comprende l’ Umbria, l’Abruzzo, le Marche e la bassa Toscana. Ed è proprio nel circuito ho.re.ca che la Capecchi si e' distinta per un' offerta a ristoranti, hotel e negozi specializzati di una vastissima scelta di prodotti di altissima qualità, certificati, e per un servizio puntuale ed impeccabile, che le hanno fatto conquistare una posizione di leadership sul mercato.
Lavoro, coraggio e lungimiranza hanno scandito la strada del successo di Roberto Capecchi, ma ciò che veramente ha fatto la differenza è stata la sua sensibilità per la qualità. L’azienda, oltre alla certificazione di qualità Iso 9000, ha la Iso 22.000 (tracciabilità) e quella ambientale Iso 14.000, ed è certificata, in conformità al Regolamento CE 834/07, per l’attività di commercializzazione e trasformazione di prodotti da agricoltura biologica. E’dotata di un ufficio di qualità interno che passa al vaglio tutti i prodotti selezionati, utilizza solo contenitori di materiali riciclabili, roller a rendere e non pedane di legno, e per il trasporto si serve solo di mezzi Euro 4. Lavora con le cooperative sociali e investe ogni anno cifre consistenti in ricerca e sviluppo. Ciò le consente di partecipare a gare di appalto che esigono requisiti di basso impatto ambientale, piuttosto il biologico o il cosiddetto chilometro predefinito della provenienza dei prodotti. Come quella per le mense delle scuole del Comune di Roma, una delle più complesse che ci siano. “Serviamo ogni giorno 64 mila pasti ai bambini delle scuole romane – dice l’imprenditore – utilizzando prodotti tutti rigorosamente tracciati e provenienti da aree che al massimo possono distare 300 chilometri”.
Tutto questo si traduce in un sola parola: sostenibilità (tema centrale della prossima Expo 2015), in cui Roberto Capecchi crede da sempre e che è stata la spinta propulsiva anche dell’ultimo progetto aziendale, il recupero del marchio “Tradizione e Gusto”, creato e brevettato nel 2006 per un’ iniziativa voluta dalla Regione Lazio in occasione del 1° Festival del Cinema a Roma, e poi abbandonato per difficoltà di operative.
“Pur nella consapevolezza di offrire sempre altissima qualità – racconta Roberto – sapevo che anche tra i miei clienti del circuito Ho.Re.Ca c’era una domanda di prodotti di un livello ancora più alto. Uno spazio coperto da altre aziende che operano esclusivamente un questo segmento, diciamo, top. Perché rimanerne fuori? Era il mio pensiero fisso, da imprenditore che operava già nel settore, e non offrire un servizio a 360°?”.
Questo fino all’incontro con Dario Frega e Luca Minetti,  che da quel mondo venivano, e che ha convinto Roberto Capecchi, nel giugno del 2014, a ritirare fuori dal cassetto il progetto “Tradizione e Gusto”, con una formula tutta nuova, stravolgente anche rispetto ai tradizionali competitor. Un catalogo in costruzione con oltre 2000 prodotti, selezionati attraverso un disciplinare rigorosissimo basato su alcuni principi guida: artigianalità, territorialità, tracciabilità, salubrità, recupero della tradizione, contrasto allo spreco alimentare. Grani antichi, formaggi esclusivamente a latte crudo, salumi provenienti da maiali di razze autoctone, carni di animali non allevati solo per fornire carne, tagli non più utilizzati nelle nostre abitudini alimentare. Con una netta preferenza per il made in Italy, ma non solo.
Un'offerta di prodotti ricercati, ma non necessariamente di lusso, destinata a chi coltiva la passione per la qualità. E la qualità' è sì un lusso, ma un  "lusso democratico". (CS)
Ufficio Stampa: Witaly


E da  qui parte la  mia  esperienza.
Durante la  serata  di presentazione abbiamo assaggiato alcuni prodotti e l'interpretazione che ne ha fatto Marco Martini di Stazione di Posta.
Molto interessante in particolare  i formaggio di  capra  affinato  in cenere.



formaggi
selezione di formaggi  a latte crudo
capra
sigarot alla cenere (capra)
crudo
Parma DOP 30 mesi

champagne
Grand  Tour
Per continuare all'interno del  ristorante Stazione di Posta: è stata finalmente per  me un'occasione per provare la cucina  di Marco Martini sul posto dopo averla  assaggiata  in  diversi aventi tra cui la gara  come chef  emergente prima della  stella  Michelin..

baccalà
baccalà all'arrabbiata
rigatone
rigatone di amatriciana
fegatelli
fegatelli cioccolato e  melanzane  affumicate
capocollo
capocollo di maiale prosciutto  e piselli
capocollo e  raviolo i due piatti che mi hanno  più colpita, la carne per la morbidezza ed  equilibrio di  sapori e  il raviolo perché per  una "Senza Panna" erano praticamente  perfetti
raviolo
raviolo di castrato panna  porro bruciato
manzo
manzo rucola parmigiano  e alici
dessert
cioccolato affumicato olio extra  vergine  di  oliva


Largo Dino Frisullo (Testaccio)
Roma 

06 – 5743548

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lunedì chiuso

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