17 ottobre 2015

Golden Gate, Bortigiadas, Tempio Pausania


Lo dico sempre e non mi stanco di ripeterlo. La  Sardegna non è solo mare d'estate e al ristorante non sono solo ravioli, maialino e seadas. Questo territorio ha un interno verde e  lussureggiante e una ricchezza di materi e prime che conservano i sapori di una volta. La  cucina vera si può degustare soprattutto  a partire dall'autunno nelle case  private. O in pochi ristoranti.

Mi ricordo ancora quando venivamo a Natale e mia nonna ci faceva trovare tante prelibatezze che un po' per la stagione e un po' per un pigrizia di ristoratori e clienti raramente vengono proposti e nemmeno chiesti.
Non c'è  bisogno di fare tanti  km rinunciando a una  giornata di sole  e di mare, con la  stessa distanza e lo stesso tempo che mi  separa da un capo all'altro di Roma qui posso trovare delle  vere sorprese.
Devo dire che questa estate anche io ho fatto lo stesso errore del turista medio e un po' perché non avevo trovato complici, un po' per altri impegni e un po' per pigrizia mista al caldo mi ero persa questa  meraviglia.

E finalmente a ottobre sono tornata in Sardegna e approfittando di una "gita" di dovere a Tempio Pausania (se dico Abbanoa qualunque  sardo capirà...) sono passata a trovare lo chef  Gianfranco Pulina  al Golden Gate  di Bortigiadas, a pochi  km da Tempio Pausania. 

Una curiosità linguistica: a Bortigiadas ormai si parla esclusivamente il gallurese ma storicamente e fino alla metà del Novecento veniva prevalentemente utilizzato il logudorese, che era quindi una penisola linguistica nella regione della Gallura. Come attualmente succede ancora a Luras dove si parla tutt'oggi il logudorese.

Un'ottima occasione per  assaggiare qualcosa incuriosita  anche dal post e  dalle  foto sull'articolo, di  Reporter  Gourmet.

Il benvenuto, giustamente molto semplice per lasciare spazio a quello che  sarebbe arrivato dopo, sono state  delle  olive locali accompagnate da un pane carasau di Ovodda. Un carasau così sottile me lo ricordavo che  l'avevo mangiato fato in casa dalla signora Mulas di Dorgali quando andavamo al mare a Cala Gonone fine anni '70.
Pane carasau di Ovodda
E tutto il cestino del pane merita attenzione, pane, panini, filoni fatti con semole artigianali sarde. L'autore  è Massimo Bosco che a Tempio Pausania (Via Vittorio Veneto 4) ha aperto una panetteria pizzeria che si sta facendo conoscere in tutta Italia (sarà la mia  prossima tappa  quando torno lì).
PANE artigianale con cereali misti e grano duro selezionato di Massimo Bosco.. Tutti macinati a Pietra
Pane  della Panetteria Bosco di Tempio Pausania
Gianfranco Pulina utilizza prevalentemente prodotti del territorio, mentre aspettiamo di mangiare  mi guardo intorno e vedo crostacei e  pesci sono in mostra in sala immersi nel  ghiaccio dlal'aria freschissima.


Mi alzo  e giro e in un altro angolo del  locale vedo in bella mostra riso, cereali, pasta, farine, legumi, miele e tanto  altro, sono le materie prime che mangeremo. Tutti prodotti di questa terra, alcuni "brandizzati"  dal Golden Gate.
Alcuni prodotti  usati nel  ristorante

A tavola ci viene proposto un olio da monocultivar bosana e come curiosità assaggiamo l'olio di lentisco. Questo olio ha una storia antica. Mio padre  che è presente al  pranzo mi racconta che  da bambino lo dalle bacche  di questa  pianta e veniva usato sia in cucina che come  medicina  o per illuminare. La  preparazione è lunghissima e ne fa oggigiorno un prodotto raro e (giustamente) costoso.
Olio di lentisco
Chi è curioso e ne  vuole sapere  di  più trova  storia e metodo di  preparazione  nel  libro "La cucina delle Janas" di Roberta Deiana. In commercio in Sardegna lo distribuisce Laore, l'Agenzia regionale per lo sviluppo in  agricoltura.

Ho portato con me al ristorante Golden Gate i miei genitori (agli altri tavoli delle coppie e due  rappresentanti delle  forze dell'ordine) e  sapendo che mangiano in dosi  moderate  lascio fare  allo chef che ci porta per iniziare un assaggio di polpo. Che  dire, tenerissimo e abbiamo finito anche la  passatina di verdure accompagnata  dal pane.
polpo arrosto su passato di verdura
Nel frattempo  arriva anche  il vino, un cagnulari "l'aveva  anche babbo in vigna quest'uva"  (dice mio padre)
Cagnulari
Continuiano gli antipasti con i gamberi dell'Asinara. I fagioli Pisu  e cara sono una varietà autoctona, piccoli, bianchi  con l'occhietto nero tipici di questa  zona. Molto delicati si accompagnano bene  con la  dolcezza  dei gamberi. Sono prodotti della filiera Sardo Sole.
Gamberi rossi del golfo dell'Asinara su vellutata di fagioli Pisu e cara

Altro prodotto incredibile che Gianfranco ci tiene  a farci assaggiare questo pecorino affinato nella paglia. Anche qui riaffiorano sapori che credevamo di aver  perso  nella memoria. Mia nonna  faceva il formaggio  in  casa  e certi gusti sono irripetibili.
 Insalatina di sedano, pecorino impagliato e bottarga di muggine
Le  arselle buonissime, accompagnate da una riduzione di pomodori che, so di ripetermi ma devo farlo, aveva un gusto rotondo e  dolce come se ne  trovano pochi ormai. Inutile  dire che  mio padre si è  finito  anche questo sughetto.
Arselle cotte sottovuoto con riduzione di pomodori di campo e basilico
La fregula artigianale con carbonara di mare. Ho terminato le  parole  per descriverne la delicatezza. Merito delle materie prime e  della mano del cuoco. E QUI c'è la ricetta  per  chi si volesse  cimentare.
 Fregula artigianale da grano sardo alla carbonara di mare
Avremmo voluto assaggiare tutto e  Gianfranco  sarebbe stato felice  di farlo, ma  abbiamo preferito fermarci al primo con i ravioli con i primi  porcini. Un buon  motivo per  tornare.
ravioli di porcini
Mentre aspettavamo  il dolce ci hanno portato un favo intero con il suo miele

favo
a  cui abbiamo staccato un pezzo per assaggiarlo.
favo
Invece della classica seada il dolce è stato un ottimo raviolo dolce ripieno di ricotta
raviolo dolce con ricotta, abbamele e miele di corbezzolo
accompagnato da abbamele, un derivato del miele e polline, quasi  una sapa  di miele, e  un  ottimo miele di corbezzolo.
raviolo dolce con ricotta, abbamele e miele di corbezzolo
La mia gratitudine va a Gianfranco Pulina e a tutto lo staff del Golden Gate per  come  hanno saputo far stare  bene  e sentire come in casa i miei  genitori, i veri giudici di questo pranzo.  Due  persone che non  vanno in giro a testare  ristoranti e  che hanno assaggiato i piatti proposti con al semplicità e senza sovrastrutture. Hanno mangiato, hanno apprezzato dei sapori veri e  sono usciti soddisfatti. Io ero solo  il loro autista ;)
favo
E a fine giornata mi sono portata a  casa  tante cose tra cui queste magnifiche  cipolline sottolio dello chef.



Il Golden Gate è anche hotel, prende il nome dal primo proprietario, un cercatore d'oro della  zona. Rilevato nel 2005 dallo chef patron Gigi Sini. Chef di cucina Gianfranco Pulina. Gianfranco, logudorese di Ploaghe, si appassiona alla cucina durante il servizio militare e dopo varie esperienze arriva al  Golden Gate e contemporaneamente approfondisce le sue competenze con Luigi Pomata e Roberto Petza. 


HOTEL RISTORANTE GOLDEN GATE 
 53, S.S. 127 Sassari-Tempio - 07030 Bortigiadas (OT)
 Tel. 079 627174   - Cel. 349 8491765 




Per chi  vuole  saperne  MOLTO  di  più consiglio l'ottimo articolo, veramente completo, su Reporter  Gourmet, ricco di foto.

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